Venerdì 15 luglio al Tuscia Film Fest è la volta di Matteo Rovere; a Viterbo presso il PALAMALE' (via Monti Cimini), alle ore 21.15, il regista presenterà al pubblico il suo ultimo lavoro Veloce come il vento.
La prevendita dell'evento è aperta sul sito www.tusciafilmfest.com e a Viterbo presso il Museo Colle del Duomo in piazza San Lorenzo e presso Enercafè in via della Palazzina.
Acclamata dalla critica, Veloce come il vento è un’opera liberamente ispirata alla vita del pilota di rally Carlo Capone, con protagonisti Stefano Accorsi e Matilda De Angelis. Il film racconta della passione per i motori che da sempre scorre nelle vene di Giulia De Martino. Pilota di talento, a soli diciassette anni partecipa al Campionato GT, sotto la guida del padre Mario. Ma un giorno tutto cambia e Giulia si trova a dover affrontare da sola la pista e la vita. A complicare la situazione il ritorno inaspettato del fratello Loris, ex pilota ormai totalmente inaffidabile, ma dotato di uno straordinario sesto senso per la guida. Saranno obbligati a lavorare insieme, in un susseguirsi di adrenalina ed emozioni che gli farà scoprire quanto sia difficile e importante provare ad essere una famiglia.
A soli 19 anni Matteo Rovere viene premiato per il miglior cortometraggio Italiano al Salerno Film Festival Linea d'Ombra con Lexotan. Nel periodo successivo realizza diversi film brevi, ottenendo numerosi riconoscimenti. Il solo Homo Homini Lupus, interpretato da Filippo Timi, ha vinto moltissimi premi, tra cui il Nastro d'argento 2007 come miglior cortometraggio. Dopo l’esordio nel lungometraggio con Un Gioco da Ragazze (2008), selezionato in concorso al Festival Internazionale del Film di Roma, la sua seconda opera Gli sfiorati, tratta dall'omonimo romanzo di Sandro Veronesi, arriva nelle sale nel 2012. Come produttore ha firmato diversi lavori tra cui il documentario Ritratto di mio padre (2010) di Maria Sole Tognazzi, il film cult Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, la web serie The Pills.
Nel prefestival, alle ore 19.30 in Piazza della Morte, attraverso il libro Silvio Laurenti Rosa. Un regista che si racconta (2016), il critico Franco Grattarola parlerà dei ricordi personali del regista, autore di alcuni interessanti film risorgimentali quali Dalle cinque giornate della breccia di Porta Pia (1923), Garibaldi e i suoi tempi (1926), I martiri d’Italia (1927).
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