Dal libro "La Tuscia nel cinema" di Franco Grattarola, pubblicato nel 2008 dal Tuscia Film Fest.
La decisione di girare la sequenza dello strangolamento di Desdemona nella chiesa di Santa Maria della Salute, a Viterbo, è accolta «dalle proteste del dott. Pio Falcioni per il fatto che la chiesa della corporazione degli avvocati, giudici e notai è stata trasformata in una camera da letto teatro di un uxoricidio» (1).
La stessa metamorfosi dell’antico luogo di culto in set cinematografico, viene dipinta alla stregua di una vera e propria profanazione: «Ora è di scena S. M. della Salute che sta vivendo il suo momento di gloria. Finora si è rivelata una chiesa timida che bisogna aggirare per scoprire, una chiesa un po’ soffocata dagli edifici moderni che la circondano da ogni parte, ma certamente una delle chiese più carine. (…) Qui tutto è finito e compiuto e sta lontano e fuori dal nostro tempo e non si può modificare senza che si rovini irrimediabilmente un piccolo mondo che da secoli vecchio-giovane vive. Ora la “troupe” di Orson Welles ha buttato all’aria tutto questo silenzio, e ha circondato la misconosciuta chiesetta con una folla di curiosi sfaccendati; sulla tomba del filantropo frate Fardo che da secoli qui abita in coabitazione con topi e colombi, giace uno dei tanti macchinari; la semioscurità che la avvolgeva è stata messa in fuga dalla luce bianca di potenti riflettori. E il gran letto di Desdemona coperto da damaschi più o meno finti, domina nel centro come un catafalco» (2).
Sacrilega quanto si vuole, la magia del cinema rende tuttavia possibile che, all’orizzonte dei pregevoli archi del Palazzo dei Papi, sul grande schermo si intraveda addirittura un vascello che naviga solitario nel mare (ma di questo curioso particolare i viterbesi si accorgeranno solo dopo l’uscita del film).
Quello che crea maggiormente scandalo, ed è comprensibile considerati gli anni, sono però le paghe dei “cinematografari”: «Uno scenografo prende 40.000 (dico quarantamila) lire al giorno: per un preside di scuola secondaria tale fortunato evento si verifica solo una volta al mese, il 27» (3).
Nelle cronache non mancano, inoltre, gustose annotazioni di colore, che vanno «dalle acrobazie di Bruti [rinomato fotografo, all’epoca collaboratore delle pagine locali de “Il Messaggero”] che è riuscito a fotografare anche il dito mignolo di Desdemona senza incappare nelle ire di Otello» (4), fino alla rivelazione che la controfigura di Welles «è un viterbese, il sig. Riccetti, il quale ha avuto anche la fortuna di abbracciare per una mezz’ora Susanna Clouthier [l’attrice che interpreta Desdemona]» (5).
1. Strangolata Desdemona nella chiesa della Madonna della Salute, in “Il Messaggero” – cronaca di Viterbo, 27.10.1949
2. Franca [Zambonini], Orson Welles un “Otello”… inarrivabile, in “Il Messaggero” – cronaca di Viterbo, 01.11.1949.
3. Franca [Zambonini], cit.
4. Cit., in “Il Messaggero” – cronaca di Viterbo, 27.10.1949.
5. Franca [Zambonini], cit.
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